Nella nostra sede di Faenza il lavoro non si ferma mai. Soprattutto quello ad alto ritmo nella grande stagione delle partenze, da marzo a ottobre. Lavorando nello stesso ambiente nascono bei momenti di confronto e crescita. Ma anche di riflessione e recupero delle energie. Da romagnoli, uno dei momenti più importanti è a tavola, che per via delle origini internazionali del nostro staff chiamiamo Social Eating made in Romagna. Di questo ci racconta oggi Sara Letterelli.
Ciao Sara, bello averti su Pedaliamo in Italia. Che ruolo ricopri in azienda? Di cosa ti occupi?
Negli ultimi anni mi sono occupata per lo più di vendita di tour auto-guidati e di gestire i rapporti con i relativi fornitori – principalmente hotel, tassisti, ristoranti, guide, ecc.
Ma mi occupo anche di un aspetto più “materiale”, ovvero che in azienda non manchino le “provviste”, inclusi caffè e biscotti per quando si ha bisogno di una meritata pausa dallo schermo del pc.
In Italia il pasto è uno dei momenti più importanti di socializzazione. Sei d’accordo? Come si applica questo a Pedaliamo in Italia?
Sono senz’altro d’accordo con l’affermazione, anche perché io personalmente adoro cucinare per i miei familiari e amici. Nel caso specifico di Pedaliamo in Italia, il pasto viene praticamente sempre consumato dallo staff al completo, tutti seduti ad un’unica lunga tavolata. È una splendida occasione per chiacchierare con i colleghi di argomenti diversi dal lavoro.
Da chi è nata in principio l’idea di pranzare insieme in azienda? Come gestite la cosa oggi?
Per rispondere alla prima domanda, ho dovuto chiedere “l’aiuto del pubblico”, ovvero di Rick e Paola, che hanno fondato l’azienda nel 1972. A quanto pare, prima si è deciso di avere un orario in cui mangiare tutti insieme. Avendo a disposizione una cucina attrezzata era anche possibile cucinare sul momento…ma certamente non era possibile che 10-12 persone stessero ai fornelli contemporaneamente! Da qui l’idea che a turno uno cucinasse per tutti.
Da quando io ho iniziato a lavorare per Pedaliamo in Italia, c’è sempre stato un sistema di turni in cui due persone si occupano del pranzo: una cucina e l’altra fa l’aiuto cuoco, cioè si occupa di apparecchiare, sparecchiare e sistemare tutto dopo il pranzo.
Trovi che mangiare insieme ai colleghi favorisca anche la vostra produttività generale?
Assolutamente sì. Non solo la maggior parte dei dipendenti non deve stressarsi per organizzarsi ogni pasto individualmente e può godersi a pieno la pausa pranzo, ma il collega che cucina sa di contribuire a questo splendido sistema. Insomma, è una cosa positiva per tutti.
Quali sono i piatti più apprezzati dai colleghi? Qual è il tuo preferito?
Tra le cose che preparo io, penso di poter considerare come “cavalli di battaglia” la mia salsa guacamole (che servo con le chips come aperitivo intanto che finisco di preparare il piatto principale) e il risotto di riso venere con radicchio, stracchino e noci.
Invece, tra i piatti cucinati dai colleghi, probabilmente uno di quelli che ho sempre apprezzato maggiormente è il pollo alle mandorle della mia collega Betta Sazzini.